La storia di questo affascinante sport ha origini molto lontane; sin dai tempi degli antichi Greci, infatti, il calcio era conosciuto con il nome di "episkyros", poi tramandato ai Romani con la denominazione di "harpastum", entrambi erano però sport violenti privi di fair play, quasi un ibrido tra il calcio e il rugby.
Intorno al ‘400 in Italia si sviluppa invece il "calcio fiorentino", una sorta di manifestazione probabilmente "figlia" dell’harpastum, in cui due squadre si sfidavano in un campo di gioco (una piazza), con l’obiettivo di spedire la palla in un traguardo; non esistendo regole precise per fermare gli avversari, si scatenavano di norma vere e proprie risse tra i giocatori.
Solo molto tempo dopo, per la precisione nell’anno 1863, in Inghilterra il calcio prese le fisionomie di quella che è attualmente questa disciplina, grazie alla scissione tra le regole usate per il rugby (es. possibilità di giocare con le mani, contatto fisico anche violento, ecc.) e quelle usate per il Calcio, che venne denominato "FOOTBALL" (piede-palla).
Fu così scritto un regolamento in cui si definivano, la grandezza del campo, il numero dei giocatori, il diametro della palla, e delle molte delle attuali regole di gioco. Una volta stabilito che l’uso delle mani sarebbe stato sanzionato con una "punizione" a favore della squadra avversaria, sorse il problema della difesa della porta. Si decise così che solo un giocatore avrebbe potuto usare le mani durante un match.
Nasce in questo modo il ruolo del portiere di calcio, un ruolo particolare in quanto molto diverso da quello degli altri componenti della squadra. Nel tempo questo è assai mutato, adeguandosi ai cambiamenti che il calcio ha subìto in più di due secoli:
Citiamo, tra i più importanti, la modifica del 1912, in cui viene stabilito che: il portiere può toccare la palla con le mani solo all'interno della sua area di rigore e non più in ogni parte del campo;
e la modifica del 1991, anno in cui viene introdotta la norma che vieta all'estremo difensore il tocco con le mani su un retro-passaggio volontario di un compagno di squadra e su un passaggio direttamente da fallo laterale.
In Italia, dai primi anni del novecento ad oggi, un gran numero di forti portieri ha giocato nelle squadre di serie A e ha contribuito alle tante vittorie dei propri Club, a livello nazionale ed internazionale.
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