Cimadomo da record: 3 rigori parati in mezz'ora
Non sempre i più bravi militano in Serie A

28.03.2017

Ex allievo di Zeman ora ha 43 anni ma ancora gioca titolare in Seconda Categoria. E domenica ha compiuto una vera impresa.


Il portiere dell'As La Fiasca, seconda categoria lucana, protagonista a 43 anni di tre parate nella vittoria per 1-0 sullo Sport Melfi 1983.

Un’impresa da raccontare ai nipotini, anche se celebrata davanti a pochi intimi: Donatello Cimadomo, portiere 43enne dell’As La Fiasca, formazione di Seconda Categoria della Basilicata, si è reso protagonista nella giornata di domenica 26 marzo di ben tre parate su tiri dagli undici metri. Tre rigori respinti: e il tutto in soli 28 minuti. L’occasione per il tris da record è maturata nel confronto sul campo dello Sport Melfi 1983. Sul punteggio di 1-0 per i suoi grazie alla rete di Pasquale La Rocca dopo 31 minuti di gioco, Cimadomo ha vestito i panni di eroe di giornata.
Nell’ultimo giro di lancette del primo tempo l’arbitro ha assegnato un penalty allo Sport Melfi: dal dischetto si è presentato Gresia. Destro angolato e balzo di Cimadomo. Stesso film nella ripresa, per ben due volte: al 18’ Donatello, ex allievo di Zeman e oggi proprietario di una tipografia , ha ribattuto la conclusione di D’Adamo e successivamente è volato su Fezzuoglio.
Alla fine l’As La Fiasca, gruppo di amici riuniti dall’amore domenicale per il calcio, ha potuto festeggiare la vittoria e la conquista di tre punti che ha portato la squadra in nona posizione, con 18 punti all’attivo. E a fine giornata, in pieno spirito amatoriale, gli avversari, guidati dal loro allenatore Salvatore Battilana, hanno chiesto a Cimadomo una foto-ricordo.

L’eroe della domenica è lui: Donatello Cimadomo. 43 anni, una vita spesa tra le stampe a Oppido Lucano, in provincia di Potenza, e i campi dilettantistici, ma radici calcistiche celebri. Era infatti uno dei portieri della Primavera del Foggia ai tempi in cui i Satanelli crescevano sotto la guida di Zdenek Zeman. Un  periodo che il numero 1 conserva gelosamente nel cassetto dei ricordi:
"Ho vissuto le giovanili nel Foggia sotto la guida di Pino Caramanno, che portò il Foggia dalla C1 alla serie B. Poi è arrivato Zeman: in prima squadra c’erano Signori, Barone e tanti nomi di qualità. Mi affacciavo alla Primavera e nelle partite del mercoledì affrontavamo i senior. Mi allenavo con Franco Mancini, del quale ho un ottimo ricordo. Nel primo anno con noi c’era Gigi Genovese, il portiere della promozione in B, che è sempre stato prodigo di consigli. Dopo la Primavera del Foggia avevo deciso di lasciare il calcio anche se mi hanno cercato tante squadre nell’Interregionale. Poi gli amici de La Fiasca mi hanno convinto a tornare in campo: e ora sono al ventunesimo anno con loro. Siamo tutti amici, ma in campo siamo dei gladiatori".
Sui tiri dagli 11 metri Cimadomo non è uno specialista, ma in passato ha già regalato due volte la salvezza all’As La Fiasca, parando un rigore all'ultima giornata in altrettante partite vinte 1-0. Pochi, ma buoni. E da incorniciare:
"Quei due rigori li ho parati all’ultimo minuto, poi sono risultati decisivi per la salvezza. Mi hanno fatto i complimenti in tanti, anche le mie due figlie: oggi ho ritagliato un sacco di copie degli articoli dei giornali per loro, volevano farli vedere ai compagni di scuola. Poi siamo stati tutti a cena con la squadra: è stata una domenica splendida. E’ stato molto bello vedere i miei avversari che hanno chiesto una foto, è il riassunto della dimensione del calcio amatoriale. Abbracci e foto, non mi era mai successo".
Quest’anno ha giocato poco anche per l’eco di una frattura al quinto metatarso e per un’altra frattura al dito che l’ha tenuto fuori dai giochi per due mesi, ma ha risposto presente alla curva decisiva. Lo schema per rispondere ai tiri dal dischetto è consolidato: "un passo in avanti, lo specchio della porta che si stringe e l’avversario è ipnotizzato:
In genere decido d'istinto il lato dove tuffarmi, ma ieri ero più deciso del solito. Mi sentivo motivato, era una giornata di grazia. Addirittura ho parato uno dei tre rigori con la mano di richiamo.
In genere anche io vestivo sempre una divisa scura. Quest’anno ho cambiato maglia e ne sto usando una azzurra. E sta andando bene: sono scaramantico, continuo a indossarla. E' diventata una maglia portafortuna".

Parare tre rigori in una sola partita resta un evento più unico che raro. Se giocasse in Spagna, Cimadomo potrebbe pensare di inseguire il record di Diego Alves, portiere del Valencia e miglior pararigori nella storia della Liga. Ma a lui è sempre basato essere Donatello Cimadomo, il portiere-tipografo. Che sul migliore collega del mondo non ha dubbi: "Dico Buffon. Come lui non ce ne sono. La scuola italiana tra i pali è di un altro livello".
(articolo di Luca Guerra-foxsport)

 

 

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